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210 l'istoria del concilio tridentino


li poeti introducono li concili delli dei. E Moisè scrive che furono voci conciliari il decreto di fare l’uomo e di confonder le lingue delli giganti. Che la religione ha tre capi: dottrina, sacramenti e caritá, che tutti tre chiamano concilio. Narrò le corruttele entrate in tutti tre questi, per restituir li quali il papa col favor dell’imperatore, delli re di Francia, de’romani e de Portogallo, e di tutti li principi cristiani, ha redotta la sinodo e mandati li legati. Fece digressione longhissima in lode del papa, un’altra poco piú breve in commendazione dell’imperatore; lodò poi li tre legati, traendo le commendazioni dal nome e cognome di ciascuno di essi. Soggionse che, essendo il concilio congregato, tutti dovevano, adunarsi a quello come al caval di Troia. Invitò li boschi di Trento a risuonare per tutto ’l mondo che tutti si sottomettino a quel concilio; il che se non faranno, si dirá con ragione che la luce del papa è venuta al mondo e gli uomini hanno amato piú le tenebre che la luce. Si dolse che l’imperatore non fosse presente, o almeno Diego che lo rappresentava. Si congratulò col cardinale Madruccio, che nella sua cittá il papa avesse congregato li padri dispersi ed erranti. Si voltò alli prelati e disse che aprir le porte del concilio è aprir quelle del paradiso, di donde debbia descender l’acqua viva per empir la terra della scienza del Signore. Esortò li padri ad emendarsi e aprir il cuore come terra arida per riceverla, soggiongendo che se non lo faranno, lo Spirito Santo nondimeno aprirá loro la bocca, come quella di Caifas e di Balaam, acciò fallando il concilio non falli la Chiesa santa, restando però le menti loro ripiene di spirito cattivo. Li esortò a deponer tutti gli affetti per poter degnamente dire: «È parso allo Spirito Santo e a noi». Invitò la Grecia, Francia, Spagna e Italia e tutte le nazioni cristiane alle nozze. In fine si voltò a Cristo, pregandolo, per l’intercessione di san Vigilio, tutelar della val di Trento, ad assistere a quel concilio.

L’ammonizione delli legati fu stimata pia, cristiana e modesta, e degna de’ cardinali; ma il sermone del vescovo fu giudicato molto differente: la vanitá e ostentazione di elo-