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238 l'istoria del concilio tridentino


emendare, e in tanto numero che forsi non basterá il tempo sino alla sessione per trovar rimedio a tutti. Si discorse delle cose controverse con luterani in questo soggetto, e delli abusi, e fu da diversi prelati parlato molto sopra di questo.

Sino allora li teologi, che erano al numero di trenta e per il piú frati, non avevano servito in concilio ad altro che a fare qualche predica i giorni festivi, in esaltazione del concilio o del papa e per pugna ombratile con luterani; ora che si doveva decider qualche dogma controverso e rimediar alli abusi piú tosto de’ letterati che d’altri, cominciò ad apparire in che valersene. E fu preso ordine che nelle materie da trattarsi per decidere ponti di dottrina fossero estratti li articoli dai libri de’ luterani contrari alla fede ortodossa, e dati da studiare e censurare alli teologi, acciocché dicendo ciascuno d’essi l’opinione sua, fosse preparata la materia per formare li decreti; quali proposti in congregazione ed esaminati dalli padri, inteso il voto di ciascuno, fosse stabilito quello che in sessione s’averebbe a pubblicare. Ed in quello che appartiene alli abusi, ognuno raccordasse quello che li pareva degno di correzione, col rimedio appropriato.

Gli articoli formati per la parte spettante alla dottrina, tratti dalli libri di Lutero, furono:

I. Che la dottrina necessaria della fede cristiana si contiene tutta intiera nelle divine Scritture, e che è una finzione d’uomini aggiongervi tradizioni non scritte, come lasciate da Cristo e dagli apostoli alla santa Chiesa, arrivate a noi per mezzo della continua successione delli vescovi; ed esser sacrilegio il tenerle di egual autoritá con le Scritture del novo e vecchio Testamento.

II. Che tra li libri del vecchio Testamento non si debbono numerare salvo che li ricevuti dagli ebrei; e nel Testamento novo le sei Epistole, cioè sotto nome di san Paulo agli ebrei, di san Giacomo, seconda di san Pietro, seconda e terza di san Gioanni e una di san Iuda, e l’Apocalisse.

III. Che per aver l’intelligenza vera della Scrittura divina, o per allegar le proprie parole, è necessario aver ricorso alli