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286 l'istoria del concilio tridentino


nelle diete di Germania, dal concilio ognuno averebbe aspettato una dottrina lucida e chiara e resoluta di tutte le difficoltá. Il general ancora, se ben era in qualche sospetto che parlasse per subornazione dell’ambasciator Toledo, aggiongeva che la dottrina vera e cattolica del peccato originale è nelli scritti di sant’Agostino; che Egidio di Roma ne aveva scritto un libro proprio; che quando li padri avessero voluto prender un poco di leggier fatica, averebbono compresa la veritá e potuto darne giudicio; non doversi lasciar uscir fama che in Trento in quattro giorni s’abbia risoluto quello che in Germania è stato cosí longamente senza conclusione discusso.

Non erano questi avvertimenti uditi, perché li prelati non avevano speranza di poter con studio informarsi delle spinositá scolastiche, né li dava l’animo di mettersene alla prova; e perché li legati, avendo da Roma ricevuto assoluto comandamento di differir questa materia nella sessione prossima, erano costretti ad evitar le difficoltá, e massime che ’l Cardinal del Monte era risoluto di far quel passo onninamente: e però, chiamati a sé li generali degli ordini e li teologi Catarino e Vega che piú degli altri parlavano, impose loro che dovessero, scansate le difficoltá, aiutare l’espedizione.

Li prelati deputati a formar il decreto con l’aiuto dei teologi divisero la materia in cinque anatematismi: il primo, del personal peccato di Adamo; il secondo, della transfusione nella posteritá; il terzo, del rimedio per il battesmo; il quarto, del battesmo dei putti; il quinto, della concupiscenza rimanente dopo quello. Erano dannate le opinioni de’ zuingliani ne’ quattro primi, e nel quinto quella di Lutero. Furono quasi con tutti conferiti, e levato e aggionto secondo gli avvertimenti con molta concordia; se non che li vescovi e frati dell’ordine di San Francesco non approvarono che universalmente si dicesse il peccato di Adamo esser passato in tutto il genere umano, perché veniva compresa la beata Vergine madre di nostro Signore, se specialmente non era eccettuata, e instavano per l’eccezione. In contrario dicevano li dominicani che la proposizione cosí universale e senza eccezione era di san Paulo