Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/329

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libro secondo - capitolo vi 323


necessario compiacer Cesare in tenerlo aperto e non trattar le controversie; ma l’attender alla sola riforma non li potè piacere né a lui, né alli cortegiani. Però scrisse alli legati che non lasciassero dissolvere l’adunanza, che non facessero sessione sinché da lui non fosse ordinato, ma trattenessero li prelati e li teologi con fare congregazioni, e con quelle occupazioni ed esercizi che meglio fosse loro parso. Ma in Trento alli 25 fu solennemente pubblicato il giubileo in presenza delli legati e di tutto il concilio; e acciocché si potesse attender alli digiuni ed altre opere di penitenza secondo il prescritto della bolla, fu differita la sessione sino al tempo che fosse intimata, e le congregazioni intermesse per quindici giorni.

In questo tempo medesimo s’accostò l’esercito de’ protestanti al Tirol per occupar li passi alle genti, che d’Italia dovevano passare all’aiuto dell’imperatore, e da Sebastiano Schertellino fu presa la Chiusa; per il che quel contato si pose tutto in arme per impedirli il progresso; e Francesco Castelalto, che era a guardia del concilio, andò esso ancora in Inspruc, e munita quella cittá per prevenir l’occupazione dei passi, si pose con la sua gente sette miglia di sopra; il che fece dubitare che la sede della guerra non dovesse ridursi in quel paese e disturbar intieramente il concilio. Li prelati, che desideravano pretesto per poter di lá ritirarsi, magnificavano li pericoli e li disagi; al che non opponendosi li legati nel principio, diedero sospetto che la mente del pontefice fosse aliena dal proseguir il concilio. Partirono alquanti prelati delli piú timidi, e che non volontieri stavano in Trento; e maggior numero sarebbe partito, se il cardinale di Trento, tornato di fresco da Roma, non avesse attestato che il papa ne averebbe sentito dispiacere, e li timidi non fossero stati confortati da lui e dall’ambasciator cesareo con sicurarli, atteso il numero grande che d’Italia veniva, qual averebbe costretto li protestanti a partirsi; e s’anco la littera scritta dal papa alli legati, sopraggionta in questi moti, non li avesse fatti congiongere l’autoritá loro e del papa agli uffici degli altri.