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326 l'istoria del concilio tridentino


cosa di facil riuscita, cosí per natural inclinazione dell’uomo di vincere nelle dispute, come perché nelle scole, massime de’ frati, la soverchia fermezza nell’opinione della propria setta è molto accostumata. Il Monte, come di natura ingenua, teneva il negozio per difficile, né si prometteva di poter servar constanza in cosí longa dissimulazione, de quale si vedeva bisogno. Ma Santa Croce, di natura melancolica e occulta, si offerí di pigliar in sé il carico di guidar il negozio.

Adonque nella congregazione delli 20 agosto, parendo che sopra li venticinque articoli fosse tanto parlato che bastasse per formar li anatematismi, si propose di deputar padri a comporli; e furono nominati tre vescovi e tre generali, e primo di tutti il Santa Croce. E fatta una modula de’ canoni, e proposta per discutere nelle congregazioni seguenti, ritornarono le medesime dispute per la certezza della grazia, delle opere morali de infedeli e peccatori, del merito de congruo, della imputazione, della distinzione della grazia e caritá; e si parlò con maggior efficacia dalli interessati nelle opinioni, aiutando il cardinale li affetti con mostrare che le materie erano importanti, che era necessario ben discuterle, e che senza la risoluzione di quelle era impossibile far buona deliberazione. La sola controversia della certezza della grazia esercitò molti giorni li disputanti, e ostinò e divise in due parti non solo li teologi, ma anco li prelati. Non però fu resa la questione chiara per le dispute, anzi piú oscurata.

Nel principio, come al suo luogo detto abbiamo, una parte diceva che la certezza d’aver la grazia è prosonzione; l’altra che si può averla meritoriamente. Li fondamenti delli primi erano che san Tomaso, san Bonaventura e il comune de’ scolastici cosí hanno sentito, causa perché la maggior parte de’ dominicani era nell’istessa opinione. Oltre l’autoritá de’ dottori, aggiongevano per ragioni: non aver Dio voluto che fosse l’uomo certo, acciò non si levasse in superbia ed estimazione di se medesmo, acciò non si preferisse agli altri, come farebbe alli manifesti peccatori chi si conoscesse giusto; ancora, si renderebbe il cristiano sonnolente e trascurato e negligente