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344 l'istoria del concilio tridentino


intitolò De natura et gratia, per comentari di questa dottrina; e con le sue esposizioni vi trovo dentro tutte le opinioni sue. E uscita questa opera, fra’ Andrea Vega, piú stimato tra li francescani, diede in luce esso ancora quindici gran libri per commentari sopra li sedici capi di quel decreto, e lo interpretò tutto secondo l’opinione propria; le qual due opinioni non solo hanno tra loro gran diversitá quasi in tutti gli articoli, ma in molti espressa ed evidente contrarietá. E ambidua queste opere si viddero stampate l’anno 1548; e chi le leggerá, osservando che molto spesso danno alle parole del concilio sensi alternativi e dubbiosi, si maraviglierá come questi doi soggetti, li primi di dottrina e stima, che piú degli altri ebbero parte in quello, non fossero consci dell’unico senso e vero scopo della sinodo: del quale avendo anco parlato diversamente quei pochi degli interessati che dopo hanno scritto, non ho mai potuto penetrare se quell’adunanza convenisse in un senso, o pur vi fosse una sola unitá di parole. Ma tornando al cardinale, come il decreto fu approbato da tutti in Trento, lo mandò al pontefice, che lo diede a consultare alli frati e altri letterati di Roma; e da tutti fu approvato, per la medesima ragione che ognuno lo potè intendere secondo il proprio senso.

Ho narrato tutto insieme quello che fu maneggiato in materia di fede, per non dividere le cose congionte: ma tra tanto qualche giorni fu anco trattato della riforma, e in quelle congregazioni fu proposto di statuir le qualitá requisite nella promozione de’ prelati maggiori e altri ministri della Chiesa. E furono dette gravissime sentenze con grande apparato; ma il modo d’introdurne l’osservanza non si trovò, perché dove li re hanno la presentazione, non si vedeva con che legami astringerli; dove l’elezione ha ancora luoco, li capitoli sono di persone grandi e potenti: quanto al rimanente, tutte le prelature sono di collazione del papa, e gli altri benefici per piú di due terzi riservati alla sede apostolica, alla quale non è conveniente dare legge; onde dopo molti e longhi discorsi si concluse meglio esser il tralasciar questa considerazione.