Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/369

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo vii 363


moranti in corte, che erano stati molto tempo sospesi per l’articolo della residenza che si trattava, restarono contenti, tenendo fermo che il decreto del concilio non potesse far maggior effetto di quello che li decretali de’ pontefici facevano prima. Ben li cortigiani minuti furono ripieni di malcontentezza, vedendo rimesso al vescovo il poterli costringere; si dolevano della miseria propria, che per acquistar da vivere li convenisse servir tutta la loro vita, e dopo tanta fatica ricever per premio d’esser confinati in una villa, o vero con un vil canonicato sottoposti ad un’altra servitú delli vescovi, maggiore e piú abietta, quali non solo li teniranno ligati come ad un palo, ma con le visite e col pretesto di correzioni li condurranno o vero ad una soggezione misera, o li teniranno in perpetue vessazioni e spese.

Ma altrove, e per lá Germania massime, quando li decreti furono visti, piú diede da dire quello della fede, qual conveniva leggere e releggere molto attentamente e specularci anco sopra, non potendosi intendere senza una perfetta cognizione delli moti interiori dell’animo, e senza saper in quali egli sia attivo e in quali passivo: cose sottilissime e, per la diversa apparenza che fanno, stimate sempre disputabili, versando tutta la dottrina del concilio sopra questo cardine: «se il primo oggetto della volontá operi in lei, o ella in lui, o pur ambidoi siano attivi e passivi». Fu da alcuni faceti detto che se li astrologi, non sapendo le vere cause de’ moti celesti, per salvar le apparenze hanno dato in eccentrici ed epicicli, non era maraviglia se, volendo salvare le apparenze de’ moti sopracelesti, si dava in eccentricitá de opinioni. Li grammatici non cessavano di ammirar e ridere l’artificio di quella proposizione, che è nel quinto capo: neque homo ipse nihil omnino agat, quale dicevano non esser intelligibile e non aver esempio. Che se voleva la sinodo significare: etiam homo ipse aliquid agat, lo poteva pur dire chiaramente, come conviene in materia di fede, dove la miglior espressione è la piú semplice; e se pure volevano usar un’eleganzia, potevano dire: etiam homo ipse nihil agat. Ma interponendosi la voce omnino,