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libro secondo - capitolo vii | 367 |
scrisse) un comentario delli doi decreti suddetti. In questa,
venendo all’articolo della certezza della grazia, disse in longo
discorso, la sinodo aver dechiarato che l’uomo non può saper
d’avere la grazia con tanta certezza, quanta è quella della
fede, ita che ogni dubitazione sia esclusa. Il Catarino, fatto
novamente vescovo de Minori, che aveva difeso il contrario
e tuttavia perseverava nell’opinione sua, stampò un libretto
con dedicatoria alla medesima sinodo, lo scopo del quale era
dire e defendere che il concilio non intese di condannare
l’opinione di chi asseriva il giusto poter credere d’aver la
grazia tanto certamente quanto ha per certi gli articoli della
fede; anzi la sinodo aver deciso che è tenuto a crederlo, quando
nel canone vigesimo sesto ha dannato chi dice che il giusto
non debbe sperar e aspettare la mercede, essendo ben necessario che chi debbe sperare, come giusto, sappia d’esser tale.
In questa contrarietá d’opinioni, non solo ambidoi affermativamente scrivendo al concilio dissero ciascuno che la sua sentenzia era quella della sinodo, ma dopo scrissero anco e stamparono apologie e antiapologie, querelando l’uno l’altro alla sinodo che gl’imponesse quello che ella non aveva detto, e inducendo diversi delli padri testimoni per comprobare la propria opinione, quali anco testificavano chi per uno, chi per l’altro. Si che li padri erano divisi in due parti, eccetto alcuni buoni prelati, che come neutrali dicevano non avere ben intesa la differenza, ma prestato il consenso al decreto nella forma promulgata, perché ambe le parti erano convenute. Il legato Santa Croce testificava per il Catarino: il Monte diceva esser stato del terzo partito.
Questo evenimento pare che levi ad ognuno la speranza di saper la mente del concilio, poiché in quel tempo gli stessi intervenienti, e li principali, non concordavano. Fa anco nascere difficoltá chi era quella sinodo che deliberò l’articolo, alla quale scrissero e provocarono il Soto e il Catarino, stimandola ambidua aderente a sé; onde nel conoscerla era necessario che o uno di loro o ambidua s’ingannassero. E che sará degli altri, poiché a questi cosí avvenne? Si potrebbe