Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/429

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libro secondo - capitolo x 423


chiesa per celebrar il consesso, fu cantata la messa da Giacomo Coco, arcivescovo di Corfú. Doveva far il sermone Coriolano Martirano, vescovo di San Marco, il qual per li disgusti ricevuti nella congregazione, non parendo che fosse decoro d’intervenirvi e non persistere nella medesma opinione, né essendo sicuro il contradire nel pubblico consesso, elesse di finger indisposizione e rimanersene, onde si restò per quella mattina senza sermone, come se nel numero di sessanta vescovi e trenta frati teologi esercitati nel predicare non vi fosse uno atto a dir quattro parole con premeditazione di quattro ore. E negli atti fu notato che sermone non fu fatto, per esser rauco il vescovo di San Marco a ciò deputato; e cosí si mandò anco in stampa: il che sí come non si debbe attribuire se non ad una maniera dolce del secretario che scrisse, cosí è fermo documento che allora non si pensava dover venir tempo quando si stimasse che tutte le azioni di quell’adunanza fossero pari a quelle degli apostoli, quando erano congregati aspettando la venuta dello Spirito Santo.

Ma finita la messa e le altre ceremonie, li due decreti furono letti. Il primo, appartenente alla fede, conteneva in sustanza che, per complemento della dottrina difinita nella precedente sessione, conveniva trattar dei sacramenti, e, a fine di estirpar le eresie eccitate, la sinodo per ora vuol statuire li seguenti canoni, per aggionger poi li altri al suo tempo.

Erano li canoni o vero anatematismi delli sacramenti in comune tredici:

I. Contra chi dice che li sacramenti della legge nova non siano stati tutti instituiti da Cristo, o vero esser piú o meno di sette, o alcun di loro non esser vera e propriamente sacramento.

II. E che non sono differenti da quelli della vecchia legge, se non nelle cerimonie e riti.

III. E che alcun di loro in nessun rispetto sia piú degno dell’altro.

IV. Che non sono necessari alla salute, e che la grazia di Dio si può acquistare per la sola fede, senza quelli o senza il proposito di riceverli.