Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/59

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libro primo - capitolo iii 53


prelati maggiori a pregiudicio dell’autoritá temporale, e dar adito a maggiori estorsioni di danari, non fu ricevuta; dicendo essi che era una mascherata per deludere l’aspettazione di Germania e per ridurla sotto maggior tirannide, con tutto che il legato facesse accurati ed efficaci uffici per ottenerlo; né da lui fu acconsentito ad alcuna delle proposizioni fattegli da deputati della dieta. Laonde, vedendo che era impossibile di concludere alcuna cosa con lui, pubblicarono il recesso a’ 18 aprile, con decreto che dal pontefice, col consenso di Cesare, fosse intimato quanto prima un concilio libero in Germania, in luoco conveniente, e che li stati dell’Imperio si congregassero a Spira per li 11 novembre, per determinar che cosa si dovesse seguire, tra tanto che era dato principio al concilio; che ciascun principe nel suo stato congregasse uomini pii e dotti, li quali raccogliessero le cose da disputare nel concilio; che li magistrati avessero cura che fosse predicato l’Evangelio secondo la dottrina delli scrittori approvati dalla Chiesa e fossero proibite tutte le pitture e libri contumeliosi contra la corte romana. Il legato, avendo opposto a tutti i capi del decreto e mostrato che non era officio de’ secolari deliberar alcuna cosa intorno alla fede e dottrina o predicazione di quella, quanto al concilio solamente promise che averebbe dato conto al pontefice.

Partendosi li prencipi dalla dieta, fece il legato ufficio con quelli che piú erano aderenti alle cose romane di riedurli insieme con lui per pubblicar la riforma non ricevuta in dieta; e si ridussero in Ratisbona con lui Ferdinando fratello dell’imperatore, il cardinale arcivescovo di Salzburg, due delli duchi di Baviera, li vescovi di Trento e Ratisbona insieme con li agenti di nove vescovi, e lá fecero prima un decreto sotto il di 6 di luglio: che essendo stato ordinato nel convento di Norembergo che l’editto di Vormazia contra Lutero fosse eseguito quanto si poteva, per tanto essi, ad instanzia del cardinale Campegio legato, comandavano che fosse osservato in

tutti li loro domini e stati; che fossero castigati gli innovatori secondo la forma dell’editto; che non si mutasse cosa