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200 l'istoria del concilio di trento


di terra e abbracciò; e in onor di quei re diede titolo di corona regale all’Ibernia, concedendoli tale dignitá per l’autoritá che il pontefice ha da Dio, posto sopra tutti li regni, per spiantar li contumaci e edificarne de novi. Dagli uomini di giudicio, che allora non seppero la vera causa di tal azione, fu riputata una vanitá, non vedendosi che profitto né di potestá né di onorevolezza sia ad un re l’aver piú titoli nel paese che possede, e vedendosi piú onorato il re cristianissimo per il solo titolo di re di Francia, che se fosse il suo stato diviso in tanti titoli regi quante provincie possede. Né pareva molto opportuno in quei tempi il dire d’aver da Dio autoritá di edificar e spiantar regni. Li consapevoli della vera causa non l’ebbero per vanitá, anzi per arcano solito da molto tempo usarsi. Enrico VIII, dopo separato dal pontefice, eresse l’Ibernia in regno, e si chiamò re d’Anglia, Francia ed Ibernia. Questo titolo, continuato da Edoardo, fu assonto anco da Maria e dal marito. Il papa, subito creato, entrò in resoluzione che il titolo d’Ibernia fosse da quei re deposto, affermando constantemente non appartenere ad altri che a lui dare titolo regio. Ma difficil cosa pareva poter indur l’Inghilterra a deponer un titolo che giá da due re era usato, e dalla regina, senza altro pensare, continuato: trovò temperamento, dissimulando di saper il fatto da Enrico, d’eriger esso quell’isola in regno; che in quella maniera poteva il mondo credere il titolo esser usato dalla regina come donato dal papa, non come decretato dal padre. Cosí spesso li papi hanno donato quello che non hanno potuto levare ai possessori; e questi, per fuggire le contenzioni, parte hanno ricevuto le cose proprie in dono, e parte hanno dissimulato di saper il dono e la pretensione del donatore.

Ma nelli ragionamenti che passarono tra il papa e gli ambasciatori in privato, riprese che non fossero stati intieramente restituiti tutti li beni della Chiesa, dicendo che ciò non era da tollerarsi in modo alcuno; e che in ogni maniera era necessario recuperarli tutti sino al valore d’un minimo quadrante, perché le cose di Dio non possono mai ritornar