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libro quinto - capitolo iii 237


Augusto ne fece morire seicento in un giorno, e contra i valdesi, soffocati nelle caverne dove si erano ritirati per ascondersi. Finiti di dir li voti, il re soggionse aver udito con le orecchie proprie quello che gli era andato a notizia: il male del regno nascere perché nel medesimo parlamento vi è chi sprezza l’autoritá del pontefice e sua; ben sapere che sono pochi, ma causa de molti mali. Però esortava li buoni a continuare, facendo il loro debito; ordinò che immediate fossero fatti prigioni Fabro e Borgo; e dopo ne fece prender nelle case loro quattro altri. Il che pose gran spavento in quelli che abbracciavano la nova dottrina, perché essendo li conseglieri di parlamento in Francia reputati sacrosanti e inviolabili, e vedendoli impregionati per la sentenzia detta nella pubblica assemblea, si poteva far conclusione che a nessuno il re averebbe perdonato.

Ma non occorrono mai esempi di timori, che insieme non avvengano altri di pari ardire. Imperocché in quel medesimo tempo, come se non vi fosse pericolo alcuno, li ministri de’ riformati (che cosí si chiamavano li protestanti in Francia) si radunarono in Parigi nel borgo San Germano, dove fecero una sinodo, presedendovi Francesco Morello principal tra loro, con diverse constituzioni del modo di tener concili, di levar la dominazione nella Chiesa, dell’elezione e ufficio de ministri, delle censure, delli matrimoni, delli divorzi e delli gradi di consanguinitá e affinitá, a fine che per tutta Francia non solo avessero la fede, ma ancora la disciplina uniforme. S’accrebbe anco l’animo, perché, andato in Germania fama della severitá che in Francia si usava, li tre elettori e altri principi protestanti di Germania mandarono ambasciatori al re a pregarlo di comandare che fosse proceduto con pietá e caritá cristiana verso li professori della loro religione, non colpevoli d’altro che di accusar li costumi corrotti e la disciplina pervertita della corte romana, cosa fatta per inanzi giá piú di cento anni da altri dottori francesi, uomini pii. Poiché essendo la Francia quieta e in pace, facilmente si possono comporre le dissensioni nate per quella causa, con deputazione d’uomini