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252 l'istoria del concilio di trento


contra quelli che dalli giudici della fede sono giudicati eretici; e dove la moltitudine non lo comporta, inanzi che il male si faccia maggiore, usar la forza e le armi per rimetter tutti in ufficio: che facendo al presente tutte queste cose, si poteva sperar compimento nella celebrazione del concilio generale, il qual egli era per intimar immediate. Che se il re fosse venuto in resoluzione di ridur ad obedienza li contumaci prima che crescessero maggiormente in numero e forze, si offeriva assisterlo con tutto il suo potere, e operar che dal re di Spagna e dalli principi d’Italia li fossero somministrati potenti aiuti. E quando il re non condescendesse a costringer li sudditi suoi con le armi, li proponesse che di Genéva esce tutto il male qual turba la Francia, e tutto il veleno che infetta e quel regno e li luochi vicini; che l’estirpar quella radice sarebbe levar un gran fomento al male; oltre che, facendo una guerra fuori del regno, evacuerebbe quei mali umori che lo perturbano. Però esortasse il re concorrere con lui a questa santa opera; che egli indurrebbe il re di Spagna e il duca di Savoia all’istesso.

Diede anco il papa commissione al vescovo che nel passare trattasse l’istesso col duca di Savoia. E al re di Spagna scrisse, e per mezzo del suo noncio residente fece instanza, che operasse col cognato per divertirlo dal concilio nazionale, che, dannoso alla Francia, sarebbe riuscito in cattivo esempio alla Spagna, e peggior alli Paesi Bassi. Il duca di Savoia udí la proposta della guerra di Genéva, e si offerí d’implicarsi tutto, mentre che l’uno e l’altro re si contentasse di aiutarlo e che la guerra fosse fatta da lui e per lui; poiché appartenendo quella cittá al dominio suo, non era giusto che, acquistandosi, fosse da nessun di loro ritenuta. Però che, volendo Sua Santitá venir all’effetto, bisognava far una lega e capitular molto chiaro, acciò che da questo bene proposto non ne riuscisse qualche gran male, quando o vero li re non fossero concordi od egli restasse abbandonato, dopo aversi concitato contra li svizzeri, quali senza dubbio si dechiarerebbono defensori di quella cittá.