Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/273

Da Wikisource.

libro quinto - capitolo v 267


li ambasciatori a dir il loro parere; onde quello dell’imperatore disse che era meglio interponer tempo, poiché lo stato delle cose di Germania non concedeva che l’imperator potesse consentirvi. A che il pontefice mostratosi alterato, soggionse l’ambasciatore che era utile guadagnar prima li animi dei principi di Germania; onde il papa piú alteratamente disse che non vi era tempo. E dicendo l’ambasciator che con questo moto dubitava non s’incitassero gli eretici contra l’Italia, il papa alzò la voce, dicendo che Dio non abbandonerá la causa sua, che egli saria aiutato con li prencipi cattolici, che averebbe avuto gente e dinari per difesa. Quello di Spagna laudò la mente di Sua Santitá, e disse che il suo re non averebbe mancato di favorirla, sí come per questo effetto aveva giá mandato Antonio di Toledo in Francia. Offerirono parimente l’ambasciator di Portogallo, di Venezia e gli altri il favore e l’assistenzia delli suoi principi; e in fine il papa ordinò loro che scrivessero l’intenzione sua, e li licenziò.

Ebbe poi risposta dal Cardinal Tornon che, fatto ogni tentativo, non aveva potuto rimover il re né alcuno del suo conseglio; né meno sperava che l’avvenire potesse portar congiontura megliore, anzi vedeva chiaro lo stato delle cose peggiorare. Il re di Spagna ancora, mandata al papa la risposta finale fatta al Toledo, scrisse appresso che il re di Francia si scusava di non poter, se non col concilio nazionale, rimediare alli desordini del suo regno, al che è obbligato; e che non dovesse maravegliarsi se, per ovviare gl’inconvenienti, convengono li re far soli quello che doverebbe esser fatto in compagnia col papa. La qual lettera travagliò molto il pontefice, intendendo che volesse inferire di far il medesimo esso ancora in Fiandra. Si scoprí dopo che il pontefice aveva in animo, se non poteva fuggir a fatto il concilio, differirlo almeno sin che avesse accomodato le cose di casa sua; perché, facendo concilio, era necessario dar buon esempio di sé in quel mentre, e far spese eccessive in mantener li prelati poveri, officiali, e altre cose necessarie per la sinodo, che assorbiranno tutte le entrate. Il negozio anco da per sé solo dover