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274 | l'istoria del concilio di trento |
poiché si aggionse avviso di gravissima indisposizione del re
con pericolo della vita; le quali cose furono causa che non
si tennero li Stati a Méaux. Ma terminarono le cose a fine
che portò grand’alterazione. Imperocché, essendo passato di
questa vita Francesco re di Francia il cinque del mese di
decembre, e successo nel regno Carlo IX suo fratello, d’etá
d’anni dieci, il governo per la minoritá del re, secondo le
leggi regie, cadé principalmente nel re di Navarra, come primo
del sangue regio; al quale aderí la regina madre, per sostentar
e continuar l’autoritá presa nel governo nella vita dell’altro
figlio; e il Navarra si contentò di participar con lei per mantener piú facilmente l’autoritá propria. Navarra favoriva quasi
apertamente la nova religione e si governava in tutto col
conseglio di Gasparo Coligni armiraglio, che la professava
apertamente: onde tanto piú li protestanti presero animo di
poter ottenere la libertá di religione che richiedevano. Si diedero
a congregarsi quasi pubblicamente e senza alcun risguardo,
con molto dispiacere e indignazione della plebe e pericoli di
novitá sediziose. Per questo la madre del re e li principali
del suo conseglio vennero in resoluzione di tener li Stati in
Orliens, e li diedero principio il 13 decembre.
In quelli, tra le altre cose proposte per il beneficio del regno, fu dal cancellier considerato che la religione è potentissima arma, che supera tutti gli affetti e caritá, e lega con piú stretto nodo che tutti gli altri legami della societá umana; che li regni si contengono piú con la religione che con li confini, anzi per la religione piú si dividono che per li confini medesimi; e chi si move dalla religione sprezza moglie, figliuoli e ogni parentato. Se in una medesima casa vi sia differenza di religione, non s’accorda il padre con li figli, né un fratello con l’altro, né il marito con la moglie. Per ovviar a questi disordini esservi bisogno del concilio, del quale il papa dá speranza; ma tra tanto non doversi permettere che ciascuno finga che religione li piace, né introduca novi riti a beneplacito, con turbazione della pubblica tranquillitá. Se mancherá il rimedio del concilio dal canto del papa, il re