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314 | l'istoria del concilio di trento |
spirituale; e per queste ragioni esser savio conseglio opporsi
alla prima dimanda, per non mettersi in obbligo di conceder
la seconda e tutte le altre.
Il papa fu mosso da queste ragioni principalmente a risolversi alla negativa; e per farla sentir meno grave, fece prima far officio coll’ambasciator che da se stesso desistesse dalla instanza; al che non consentendo, egli lo fece ricercare che almeno la proseguisse lentamente, perché era impossibile concederla, per non alienarsi tutti li cattolici. Seguí nondimeno l’ambasciatore, al qual il papa rispose prima interponendo dilazione; finalmente risolvette che, quantonque egli potesse, non però doveva farlo, poiché il concilio era prossimo, e si come a quello era stata rimessa la petizione dell’imperatore, cosí rimetteva quella di Francia al medesimo; dove s’averebbe potuto, per sodisfar al re, trattar quell’articolo il primo; il che poco piú tempo portava di quanto egli averebbe di bisogno per conceder la grazia con maturitá. Né desistendo l’ambasciatore di replicare in ogni audienza, il papa aggionse esser ben certo che tutti li prelati non fanno tal petizione, avendo la maggior parte nella congregazione risoluto di non parlarne; ma esserli portato sotto nome delli prelati di Francia il motivo d’alcuni pochi, e quelli anco incitati da altri; accennando la regina, con la quale in suo secreto conservava lo sdegno per la lettera de’ 4 agosto da lei scrittagli.
Pubblicata per Roma questa petizione de’ prelati francesi, nel tempo medesimo arrivò nova da Germania che li medesimi avevano mandato alli protestanti per eccitarli a perseverar nella loro dottrina, promettendo di favorirla nel concilio e di tirarvi dentro altri prelati. Il qual avviso si divulgò anco in Trento, e messe li francesi in cattivo credito non solo della corte romana, ma anco degl’italiani che si ritrovavano in Trento; e in ambidoi li luochi si parlava di loro come d’inquieti e innovatori, dicendosi anco (come sempre le suspicioni fanno aggiongere qualche cosa a quello che è udito) che, attese le dispute quali nei tempi passati quella nazione aveva avuto sempre con la corte romana in articoli assai principali e importanti, e considerati li accidenti presenti, non si poteva