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318 | l'istoria del concilio di trento |
d’estendere l’autoritá episcopale; e in particolare li spagnoli
artificiosamente proponevano esser necessario restringer l’autoritá pontificia, almeno tanto che non possi derogar alli decreti
di questo concilio, altramente vana sarebbe la fatica e la spesa
per far un concilio, che il papa potesse derogare con la facilitá che quotidianamente, per leggerissime cause e senza quelle
anco, deroga tutti li canoni. Alli quali tentativi consideravano
li cardinali altro rimedio non vi esser se non opponer il numero grande de prelati italiani, quali supereranno, se ben
s’unissero insieme, tutti li oltramontani. E questo rimedio
resterebbe inefficace, quando s’admettesse il voto degli assenti,
ché li spagnoli si farebbono mandar da tutti procure, il simile
farebbono francesi, e sarebbe tanto quanto dar li voti non per
capi, ma per nazioni.
Fu dunque rescritto a Trento di fare alli polacchi ogni larghezza di parole, con conclusione che quel concilio era una continuazione e tutt’uno incominciato sotto Paulo III, onde conveniva servare gli ordini allora messi in pratica e continuatamente servati con buon frutto, come s’era veduto; fra quali uno fu che li voti degli assenti non fossero computati. Il qual ordine non si poteva dispensar in loro senza eccitar l’istessa pretensione in tutte le nazioni, con molta confusione; che qualunque cosa fosse dalla Polonia richiesta, cosí propria a lei che non potesse metter le altre regioni in moto, per li meriti di quella nobilissima nazione sarebbe conceduta. Della risposta mostrarono li polacchi restar contenti; e nondimeno pochi giorni dopo, sotto pretesto d’aver negozi a Venezia, partirono, né piú ritornarono.
Diede a tutta Roma grand’allegrezza una lettera di mano propria del re di Spagna scritta al pontefice, con avviso del negoziato di Montberon mandatogli dalla regina di Francia, e risposta datagli, e con oblazione alla Santitá sua d’assistenza per purgar la cristianitá dall’eresia con tutte le forze delli regni e stati suoi, aiutando potentemente e prontamente qualunque principe vorrá nettar lo stato proprio da quella contagione. Ma in questo stesso tempo, al cattivo concetto formato contra francesi dalla corte s’aggionse novo fomento per