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330 l'istoria del concilio di trento


cosí fattamente proibiti. Il divieto universale in pena di scomunica e senza altra sentenzia, a chi leggesse libri continenti la dottrina degli eretici o per suspizione d’eresia, non si costumava. Martino V nella sua bolla scomunica tutte le sètte de eretici (viglefisti, massime, e ussiti), né fa altra menzione di quelli che leggessero li libri loro, se ben molti ne andavano attorno. Leone X, condannando Lutero, insieme proibí, sotto pena di scomunica, tutti li libri suoi. Gli altri pontefici seguenti nella bolla chiamata In coena Domini, dannati ed escomunicati tutti gli eretici, insieme escomunicarono anco quelli che leggessero li libri loro; e in altre bolle contra eretici in generale fulminarono le stesse censure contra li lettori de’ libri. Questo partoriva piú tosto confusione; perché, non essendo gli eretici dannati nominatamente, conveniva conoscere li libri piú tosto dalla qualitá della dottrina che dal nome degli autori: e parendo a’ diversi diversamente, nascevano scrupoli di conscienzia innumerabili. Li inquisitori piú diligenti si facevano cataloghi di quelli che a loro notizia pervenivano, li quali non confrontando, non bastavano a levar la difficoltá. il re Filippo di Spagna fu primo a dar forma piú conveniente, facendo del 1558 una legge che il catalogo delli libri proibiti dall’inquisizione di Spagna si stampasse.

Al qual esempio anco Paulo IV in Roma ordinò che da quell’ufficio fosse composto e stampato un Indice, come fu eseguito del 1559. Nel quale furono fatti molti passi piú inanzi che per lo passato, e gettati fondamenti per mantener e aggrandir l’autoritá della corte romana molto maggiormente, col privar gli uomini di quella cognizione che è necessaria per difendergli dalle usurpazioni. Sino a quel tempo si stava tra li termini delli libri de eretici; né era vietato libro, se non di autor dannato. Questo indice fu diviso in tre parti. La prima contiene li nomi di quelli, l’opere de’ quali tutte, di qualunque argomento siano (eziandio profano) sono vietate; e in questo numero sono reposti non solo quelli che hanno professato dottrina contraria alla romana, ma quelli ancora sempre vissuti e morti nella comunione di quella. Nella