|
libro sesto - capitolo ii |
343 |
li padri, si tenne la sessione. Cantò la messa Antonio Elio
patriarca di Gerusalem, fece l’orazione Antonio Coco arcivescovo di Corfú. Finita la messa, dovendosi legger li mandati de’ principi (che, se ben letti in congregazione, era stile
leggergli anco in sessione), nacque difficoltá tra li ambasciatori di Ongaria e Portogallo, pretendendo ciascuno d’essi che
il suo fosse letto inanzi, come di re piú eminente. La precedenza
tra le persone non poteva far nascer difficoltá, sedendo il Portogallo, come secolare, alla destra del tempio, e l’ongaro, come
ecclesiastico, alla sinistra. Li legati, dopo aver consultato,
pubblicarono che li mandati si leggerebbono per l’ordine che
erano stati presentati, e non secondo la dignitá de’ prencipi.
Fu anco letto un breve del pontefice, che rimetteva al concilio
la materia dell’indice; il quale fu in Roma fabbricato perché,
essendo giá da Paulo IV, come è stato narrato, stabilito un
indice, quando in quello avesse il concilio posto mano, s’averebbe potuto argomentare superioritá: però giudicarono che
dal papa gliene dovesse spontaneamente esser data facoltá per
prevenir quel pregiudicio. Il patriarca celebrante lesse il decreto, la sustanza del qual era: che la sinodo, pensando di
restituir la dottrina cattolica alla sua puritá e ridur li costumi
a miglior forma, essendo accresciuto il numero de’ libri perniciosi e suspetti, né avendo giovato il rimedio di molte censure fatte in varie provincie e in Roma, ha deliberato che
alcuni padri deputati sopra ciò considerino, e a suo tempo
riferiscano alla sinodo, quello che sia bisogno far di piú, a
fine di separare ed estirpare il loglio dalla buona dottrina,
levar li scrupoli dalle menti e togliere le cause di queremonie
di molti; ordinando che ciò sia con quel decreto pubblicato
alla notizia di tutti, acciò se alcun penserá aver interesse cosí
nel negozio de’ libri e censure, come in ogni altro che si averá
da trattare in concilio, sia certo che sará udito benignamente.
E perché la sinodo di core desidera la pace della Chiesa e che
tutti conoscano la comune madre, invita tutti quelli che non
comunicano con lei alla reconciliazione e concordia, e a venir
alla sinodo, da quale saranno abbracciati con ogni uffici di