Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/421

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libro sesto - capitolo vi 415


nismo. Se ben è cosa certa che il penitente debbe elegger ogni male temporale piú tosto che peccare, fu nondimeno conseglio del Gaetano che non si venisse a specificate comparative, con dire d’esser tenuto ad elegger piuttosto d’esser tanagliato e posto in ruota ecc.; perché sarebbe un tentar se stesso senza necessitá e cadere dalla buona disposizione, presentandosi li spaventi senza proposito: cosí nell’occasione presente questi ambigui, quando li sará portata la grazia del concilio, resteranno contenti, ringrazieranno Dio e la Chiesa, non penseranno piú oltre, e pian piano si fortificheranno. È comandamento preciso di san Paulo di «ricever l’infermo nella fede, non con dispute», né con prescriver le opinioni e regole, ma semplicemente, e aspettando opportunitá per darli piú piena instruzione. Adesso chi in Germania proponesse la condizione che credino questo e quello, si metteranno in difficoltá, mentre che la mente tituba, e pensando se debbiano o non debbiano crederlo, capiteranno in qualche errore al quale non averebbono pensato. A questa ragione di piú aggiongevano che, mentre si sostiene la Chiesa aver con giuste cause levato il calice, e poi si concede senza alcun rimedio a quelle, ma con altre condizioni, si viene a confessare d’averlo levato senza causa; per il che concludevano che fosse a proposito statuire per condizioni tutti li rimedi alli inconvenienti per quali il calice giá fu levato, cioè che il calice mai si porti fuori di chiesa, e agl’infermi basti la specie del pane; che non si conservi, per levar il pericolo dell’acidume; che si usino le fistule, come giá nella Chiesa romana, per evitar la effusione. Che cosí ordinando, si dimostrerá che con ragione fu giá la provvisione fatta, si ecciterá la riverenza, si sodisfará al populo e principi, non si metteranno li deboli in tentazioni. Fu anco detto da un spagnolo che non era da creder cosí facilmente a quello che si diceva d’un cosí ardente desiderio e devozione de’ cattolici al calice, ma esser bene che il concilio mandasse in Germania ad informarsi chi sono questi che lo dimandano, e della fede loro nel rimanente, e delle cause motive: che la sinodo, avuta quella relazione, potrá deliberare con qualche fondamento, e non alla cieca sopra parole d’altri.