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libro sesto - capitolo viii 449


e certo, e per la Scrittura e per li Padri, cioè che Cristo ha comandato l’oblazione.

Tutto il mese di luglio fu consumato dalli diciassette che parlarono sopra li primi articoli; sopra gli ultimi in pochi giorni si spedí, piuttosto con ingiurie contra li protestanti che con ragioni. Non è ben narrare li particolari, se non alcuni pochi notabili.

Nella congregazione delli 24 luglio, la sera, Giorgio d’Ataide, teologo del re di Portogallo, si diede a distruggere tutti li fondamenti dagli altri teologi fatti per provar il sacrificio della messa con la Scrittura divina; e prima disse non potersi metter in dubbio se la messa sia sacrificio, perché tutti li Padri l’hanno con aperte parole detto e replicato in ogni occasione. E incominciò dalli latini e greci della Chiesa antica de’ martiri, e passò di tempo in tempo sino alli nostri, affermando che nessun scrittor cristiano vi sia che non abbia chiamata l’eucaristia sacrificio: però doversi concludere per certo che per tradizione degli apostoli cosí sia insegnato; la forza della quale è abbondantissima ed efficacissima per far articoli di fede, come questo concilio ha da principio insegnato. Ma questo vero e sodo fondamento veniva debilitato da chi ne faceva de aerei, volendo trovar nella Scrittura divina quello che non si trovava, dando occasione agli avversari di calunniar la veritá, mentre che la veggono fondare in arena cosí instabile. E cosí dicendo passò ad esaminare d’uno in uno li luochi del vecchio e novo Testamento portati dalli teologi, mostrando che da nessuno si poteva cavar senso espresso di sacrificio. Al fatto di Melchisedech rispose Cristo esser sacerdote di quell’ordine quanto all’esser unico ed eterno, senza precessore e successore, senza padre, senza madre, senza genealogia; e di questo farne troppo chiara fede l’Epistola agli ebrei, dove parlando san Paulo al longo di questo luoco, tratta l’eternitá e singolaritá del sacerdozio, e di pane e vino non fa menzione. Raccordò la dottrina di Agostino, che dove è luoco proprio di dire una cosa, e non è detta, si

cava argomento dall’autoritá negativo. Dell’agnel pascal disse


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii 29