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libro sesto - capitolo ix 481


male; che i populi s’offenderebbono manco che se la concessione fosse fatta dal concilio, il qual par che abbia maggior autoritá nelle sue difinizioni appresso i populi, se ben si deve confessare che la suprema autoritá sia nel pontefice; che quando però la concedesse, non si doverebbe commetter alli vescovi, quantunque conosciuti buoni, per qualche tempo, perché possono diventar cattivi e di perversa fede, mossi da privati interessi.

Francesco Delgado, vescovo di Lugo in Spagna, fece una esortazione longa alli padri che non volessero, per fuggir difficoltá o per sodisfazione a prencipi o popoli, derogar alla dignitá e autoritá delli concili generali, l’autoritá de’ quali essendo sempre stata stimata nella Chiesa quanto ognun sa, e avendo quella mantenuto la fede, non è da lasciarla adesso vilipendere per rispetti e interessi. Allegò piú luochi di sant’Agostino dell’autoritá dei concili generali, e narrò le cose fatte dalli passati, e innalzò sommamente l’autoritá conciliare; e quantunque non descendesse mai alla comparativa con la pontificia, ognuno però intendeva che la conciliare da lui era posta per superiore. E Gerolemo Guarini vescovo d’Imola, usando concetti e parole poco dissimili, inalzò anco l’autoritá de’ concili provinciali, per confermare l’openione sua di non conceder il calice, con dire che conveniva aver l’autoritá di quelli per obbligatoria, sin tanto che da un concilio generale non fosse determinato in contrario, allegando in ciò sant’Agostino. E nel fervor del dire usci in queste parole: che il concilio generale non aveva alcun superiore. Ma avvedutosi poi che gli altri pontefici (perché di quel numero esso ancora era) restarono offesi, cercò di moderare con replicar le stesse cose e aggiongervi l’eccezione dell’autoritá pontificia: col qual modo di trattare non sodisfece né all’una né all’altra parte. Fu però scusato dal maggior numero de’ suoi, e attribuito il fatto ad inconsiderazione, poiché egli in diverse occasioni nelle congregazioni inanzi aveva redarguito quelli che allegavano il concilio basiliense. Il cardinale Simonetta però, con tutto che

di lui si valesse a far simili opposizioni, non restò di inter-


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