Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/75

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libro terzo - capitolo iii 69


dovendo egli aver cura che tutto passi legittimamente e con ordine, e operare che si tratti e difinisca ogni cosa pia e cristianamente, conforme alla sacra Scrittura e dottrina dei Padri. E per quel che s’aspetta alla transgressione delli decreti della interreligione e riforma, fatto certo che era impossibile superar le difficoltá, e che quanto piú si operava tanto le cose piú peggioravano, acciò maggior confusione non nascesse, avocò a sé ogni cognizione delle contravvenzioni passate, incaricando però li principi e ordini dell’Imperio alla osservanza in futuro.

Il decreto, veduto per il mondo, fu stimato, come era, un contrapposto alla bolla del papa, a punto in tutte le parti. Questo vuole indrizzar li concili, quel vuole aver cura che tutto si faccia con ordine e giuridicamente; questo vuol presedervi, e quello vuol che si decidi secondo la Scrittura e Padri; questo vuol continuare, quello vuol che ognun possi propor secondo la conscienzia. In somma la corte non poteva digerir questo affronto, e si doleva che fosse un’altra convocazione del concilio; ma il papa con la solita piacevolezza diceva: «L’imperatore m’ha reso la pubblicazione della bolla fatta senza di lui».

Entrato l’anno 1551, applicando il pontefice l’animo al concilio intimato, ebbe due principal mire: di mandar persone confidenti a presedervi, e di far minor spesa che fosse possibile. A fuggir la spesa consegliava che non si mandasse piú d’un legato. Ma era con troppo carico della persona di quello; prima, il non aver appresso persona con li medesimi interessi, di che potersi confidare pienamente, e di tutto quello che si facesse dover esser stimato unico autore; per tutti li quali rispetti era necessario che il carico fosse compartito in piú persone. Trovò il papa via di mezzo, mandando un legato con doi nonci con autoritá pari, pensando anco di dover esser meglio servito, poiché le speranze fanno operar con diligenza maggiore. Voltato l’occhio sopra tutti li cardinali, non trovò

il piú confidente suo, e insieme di valore, che Marcello Crescenzio cardinale di San Marcello: a questo aggionse per nonci