Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/93

Da Wikisource.

libro quarto - capitolo i 87


il papa. Al che francesi rispondevano che l’antichitá non ebbe questa opinione: anzi Vettor III, che fu pur, tra i papi, di quelli che molto si assonser, disse che la sede apostolica era sua signora. L’istesso fu detto inanzi lui da Stefano IV; e dalli piú vecchi Vitaliano e Constantino appar chiaro che per sede apostolica vien intesa la chiesa romana. Altrimenti quando fosse una stessa cosa col papa, anco li errori e difetti del papa sarebbono della sede apostolica.

Il re di Francia, temendo che per la sua dissensione col pontefice li desiderosi di mutazione di religione non facessero qualche novitá che partorisse sedizione, o vero egli non fosse posto in concetto cattivo del populo, comeché avesse animo alieno dalla cattolica, e forse anco per aprir una porta di potersi reconciliar con Roma, fece un severissimo editto contra li luterani, confermando tutti gli altri da lui pubblicati per inanzi, e aggiungendo maggior pene, piú modi di scoprir li colpevoli e premi a’ denonciatori.

L’imperator, considerando che il re di Francia, per il numero de’ cardinali francesi e altri dependenti da quella corona, non era di minor poter di lui nel collegio, ed essendovi gionta la parte de’ Farnesi, lo superava di gran longa, quantunque avesse dalla sua il pontefice, mandò a Roma don Gioanni Manrique a persuader il pontefice di crear novi cardinali, per avvantaggiare o vero pareggiare il numero de’ francesi. Al che il pontefice inclinava, ma vedeva però la difficoltá che vi era in un ponteficato novo ed esausto, e in tempo di sollevamenti, quando è difficile aver il consenso di tutti i cardinali, e il crearli senza consenso esser pericoloso. Stava ambiguo se era meglio farne molti in una volta, o pur a poco a poco. A questo secondo modo li pareva che piú facilmente averebbe ottenuto il consenso, e li confidenti sarebbono restati in speranza; e che ad una promozione numerosa si sarebbono maggiormente opposti li cardinali, e li esclusi sarebbono disperati. Restava anco in ambiguitá se doveva creare alcuno delli prelati del concilio. A questo lo persuadeva che molti ve n’erano benemeriti, e che bisognava tenir