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90 l'istoria del concilio di trento


furono eletti padri che dovessero formar gli articoli. Il legato e presidenti, attendendo l’instruzione avuta dal pontefice di evitar le pericolose contenzioni tra teologi e le dispute loro inintelligibili, con quali si esacerbavano, e anco le confusioni nel dire, diedero fuori gli articoli formati, per dover principiar a trattare sopra di quelli il martedi agli 8 dopo il disnare, e v’aggionsero il modo e ordine da tenersi nelle congregazioni, molto limitato, che li necessitava a parlar sobriamente.

Li articoli furono dieci, tratti dalla dottrina de’ zuingliani e de’ luterani.

I. Che nell’eucaristia non è veramente il corpo e sangue, né la divinitá di Cristo, ma solo come in segno.

II. Che Cristo non è dato a mangiare sacramentalmente, ma solo spiritualmente, e per fede.

III. Che nell’eucaristia vi è il corpo e sangue di Cristo, ma insieme con la sustanza del pane e del vino, sí che non è transustanziazione, ma unione ipostatica dell’umanitá e delle sostanzie del pane e vino; in maniera che è vero dire: «questo pane è il corpo di Cristo e questo vino è il sangue di Cristo».

IV. Che l’eucaristia è instituita per sola remissione de’ peccati.

V. Che Cristo non si debbe adorar nell’eucaristia, né onorar con feste, né portar in processione, né ad infermi, e che gli adoratori sono veri idolatri.

VI. Che l’eucaristia non debbe esser salvata, ma consumata e distribuita immediate; e chi altrimente fa, abusa questo sacramento; e che non è lecito ad alcuno comunicar se stesso.

VII. Che nelle particole che avanzano dopo la comunione non resta il corpo del Signore, ma solo mentre si riceve, e non inanzi né dopo.

VIII. Che è de iure divino comunicar il popolo e li fanciulli ancora con l’una e l’altra specie, e che peccano quelli che constringono il populo ad usarne una sola.

IX. Che tanto non si contiene sotto una, quanto sotto tutte dua, né tanto riceve chi comunica con una, quanto con tutte due.