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libro quarto - capitolo ii 91


X. Che la sola fede è sufficiente preparazione per ricever l’eucaristia, né la confessione è necessaria, ma libera, specialmente ai dotti; né gli uomini sono tenuti comunicare nella Pasca.

Dopo questi articoli era aggiorno un precetto in questa forma: che li teologi debbino confirmare il parer loro con la sacra Scrittura, tradizioni degli apostoli, sacri e approbati concili, e con le constituzioni e autoritá dei santi Padri; debbino usar brevitá e fuggir le questioni superflue e inutili e le contenzioni proterve; dovendo esser questo l’ordine di parlar tra loro, che prima dicano li mandati dal sommo pontefice, doppoi quelli dell’imperatore, in terzo luoco li teologi secolari, secondo l’ordine delle promozioni loro, e in fine li regolari, secondo la precedenza dei loro ordini. E il legato e li presidenti, per l’autoritá apostolica concessagli, danno facoltá e autoritá di tener e leggere tutti li libri proibiti alli teologi che doveranno parlare, ad effetto di trovar la veritá e confutar e impugnar le opinioni false.

Questa ordinazione non fu dalli teologi italiani veduta con buon occhio: dicevano che era una novitá ed un dannare la teologia scolastica, la qual in tutte le difficoltá si valeva della ragione; e perché non era lecito che si trattasse come san Tomaso, san Bonaventura e altri famosi? L’altra dottrina che si dice positiva, e sta in raccoglier li detti della Scrittura e Padri, esser una sola facoltá di memoria, o vero fatica di scrivere; ed esser vecchia, ma conosciuta insufficiente e poco utile dalli dottori, che da trecentocinquanta anni in qua hanno difesa la Chiesa: che questo era un darla vinta alli luterani, perché quando si tratterá di varia lezione e di memoria, essi sempre supereranno per la cognizione delle lingue e varia lezione d’autori; alle qual cose non può attender uno che vogli deventar buon teologo, al qual è necessario esercitar l’ingegno e farsi atto a ponderar le cose, e non a numerarle. Si dolevano che questo anco fosse un avergognarli appresso li teologi tedeschi: perché essi, soliti a contender con luterani, s’erano esercitati in quel genere di lettere che in Italia non era introdotto. Che quando