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174 l'istoria del concilio tridentino


giorno li medesimi cesarei s’adunarono con li ambasciatori francesi per metter ordine di far instanzia tutti insieme che fosse proposto il decreto della residenzia, formato dal Cardinal di Lorena; il che non poterono né essi né Lorena impetrare da varmiense e Simonetta, ché Seripando per infirmitá non interveniva.

Occorse che nella congregazione delli 17 marzo uno delli teologi francesi, trovata opportunitá di digredire dalla continenzia dei sacerdoti alla residenzia, si estese consumando tutto il ragionamento sopra di quella. Addusse autoritá ed esempi a persuadere che fosse de iure divino e rispondere a quell’obiezione, che si trovano tanti canoni e decreti che la comandano, il che non sarebbe se fosse comandata da Dio. Usò questo concetto: che il ius divino è fondamento o vero colonna della residenzia, e che il ius canonico è l’edificio o vero il vòlto: e sí come levato il fondamento casca l’edificio, e levata la colonna cade il vòlto, cosí è impossibile conservar la residenzia col solo ius canonico; e quelli che la vogliono a quel solo ascrivere, altra mira non hanno se non di destruggerla. Addusse l’esempio delli tempi passati, osservando che inanzi tutti li canoni e decreti umani la residenzia fu esquisitamente da tutti osservata, perché ciascuno si teneva obbligato da Dio; ma dopo che alcuni si sono persuasi non aver altro obbligo che derivato da leggi umane, quantunque quelle siano state spesso rinnovate e fortificate con pene, nondimeno il tutto è sempre riuscito in peggio.

In quel medesimo giorno, con universal dispiacere di tutti li prelati e di tutto Trento, morí il Cardinal Seripando, avendo la mattina pigliato il santissimo sacramento dell’Eucarestia, qual volse pigliar fuori del letto, ingenocchiato; e dopo tornato in letto, alla presenza di cinque prelati, delli secretari di Venezia e Fiorenza e di tutta la sua famiglia, fece un’orazione latina tanto longa quanto gli durò lo spirito. Confessò la sua fede conforme in tutto alla cattolica della chiesa romana, parlò dell’opere del cristiano, della resurrezione de’ morti, delle cose del concilio; raccomandò alli legati e cardi-