Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
246 | l'istoria del concilio tridentino |
del successore di quelli re. Che contra le leggi divine e umane,
senza alcuna cognizione, ha condannato il re, l’ha levato dell’antichissima sua possessione e ha prononciato contra la
causa d’un pupillo e vedoa. Che li antichi pontefici, quando
la sinodo general era in piedi, mai hanno fatto cosa senza
l’approbazione di quella; e Pio ha voluto senza quel concilio,
che rappresenta la Chiesa universale, levare di possesso li
oratori d’un re pupillo non citato, quali non a lui, ma alla
sinodo sono mandati. Che acciò non vi fosse provvisione, ha
usato diligenzia acciò il suo decreto non fosse saputo, comandando alli legati in pena di scomunica di tenirlo secreto. Che
considerassero li padri se questi sono fatti di Pietro e d’altri
pontefici, se essi ambasciatori siano costretti partire da dove
Pio non ha lasciato luoco alle leggi né vestigio della libertá
del concilio, poiché nessuna cosa è proposta ai padri o pubblicata, se non prima mandata da Roma. Che contra quel
Pio IV solamente protestavano, venerando la sede apostolica
e il sommo pontefice e la santa chiesa romana, recusando
solo di ubidir a quello e averlo per vicario di Cristo. Che
quanto ai padri ivi congregati, li averanno sempre in gran
venerazione; ma poiché tutto quello che si fa è fatto non in
Trento ma in Roma, e li decreti che si pubblicano sono piú
tosto di Pio IV che del concilio tridentino, non li riceveranno
per decreti di sinodo generale. In fine comandava per nome
del re alli prelati e teologi che si partissero, per ritornare
quando Dio avesse restituito la debita forma e libertá alli
concili generali, e il re avesse ricevuto il debito luoco.
Non vi fu occasione di far la protesta, atteso che, considerando finalmente il conte che, quantonque la parte di Spagna fosse maggior di numero di prelati che la francese, nondimeno li dependenti dal pontefice, li quali sarebbono stati a suo favore nella prima occorrenza (conoscendo il volere di Sua Santitá), passata la prima occasione e sapendo che si era giá spedito a Roma per quella causa, sarebbe stata di parere che si soprassedesse sino alla risposta e a novo ordine (onde gionti con li francesi, la parte sua sarebbe restata piú debole),