Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/307

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libro ottavo - capitolo vi


per la confusione e disordeni che si prevedevano poter seguire; perché tutti s’averebbono doluto, con scusa che non averebbono resignati li benefici senza quelle condizioni: e maggiormente quelli che, per ottener tal grazie, avevano pagato composizioni con la camera, averebbono occasione di dolersi che si levassero le grazie senza restituir li danari, li quali restituire si trattava dell’impossibile. Finalmente ad ognuno parve molto che si provvedesse all’avvenire, senza pensar al passato.

Il decimoquarto capo, che detestava e proibiva ogni pagamento de parte dei frutti per la collazione, provvisione o possesso, piaceva molto alli francesi. Dicevano che per quelle parole era levato il pagamento delle annate: e veramente, chi le considera ed esamina, non potrá darli altra intelligenzia. Con tutto ciò l’evento ha mostrato che in Roma non è stato inteso cosí. Nel decimosettimo, dove è proibita la pluralitá de’ benefici e concessa la dualitá in caso che uno non basti, fu ricercato da alcuni aggionzione che quei doi benefici non fossero distanti piú che per il viaggio d’un giorno, acciocché potesse il provvisto far parte di residenzia in ciascuno di loro. Ma non potêro ottenerlo; né li autori s’affaticarono molto, prevedendo che quel decreto, come anco tutto il capitolo, non averebbe avuto esecuzione se non contra qualche poveri. Il decimottavo se ben piacque, in quanto restituiva in fatti la provvisione dei benefici curati alli vescovi, li francesi però contradissero alla forma dell’esamine, perché pareva loro che legasse troppo strette le mani al vescovo in apparenzia. Usavano per ragione il dire che quel concorso era un dar luoco troppo aperto e pubblico all’ambizione; che l’antichitá aveva professato di dar le chiese a chi le recusava; che con quella nuova maniera s’introduceva non solo il procurarle apertamente, ma il professarsene degno e procacciarle.

Sopra il decimonono capo il vescovo di Coimbria si estese a parlare contra le espettative, come quelle che facevano desiderar e forse procurar la morte altrui; e delle reservazioni