Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/325

Da Wikisource.

libro ottavo - capitolo vii


la scritta, se essi le avevano per diverse, dovevano raccordarsi lo stile della sinodo essere non dar mai giudicio sopra le cose come erano dette in voce, ma come erano esibite in scritto; e però quello attendessero, senza mover controversia di cosa dove era piú giusto creder a lui che ad alcun altro.

Uscita l’orazione in pubblico, li fu fatto risposta da uno innominato sotto nome della sinodo, dicendo che con buona ragione gli ambasciatori francesi s’erano comparati alli ambasciatori ebrei, avendo cosí essi come quelli fatto querimonia indebita contra Dio; e che ben li veniva la risposta che il profeta per nome divino diede a quel populo: «che se per tanti anni avevano degiunato e pianto e mangiato e bevuto, tutto era stato per loro propri interessi». Che li re di Francia erano stati causa di tutti gli abusi di quel regno, con nominar alli vescovati persone illitterate, ignare della disciplina ecclesiastica e piú inclinate a vita lasciva che religiosa; che li francesi non volevano risoluzione delli dogmi controversi, acciocché la dottrina cristiana restasse sempre incerta e fosse dato luoco alli novi maestri che potessero grattar il prurito delle orecchie di quella nazione poco inclinata alla quiete. Che in tempi tanto turbulenti non avevano risguardo a dire che toccasse al re, ancora giovanetto, disponerdi tutto ’l governo della Chiesa; che avevano detto asseverantemente li beneficiali essere solamente usuari delle entrate; e pur in Francia da immemorabil tempo si sono sempre portati per usufruttuari, facendo anco testamento, ed essendo ereditati dalli propinqui, quando muorono intestati. Che il dire dell’entrate li poveri esser patroni era molto contrario ad un altro detto nella medesima orazione, che il re era patrone di tutti li beni ecclesiastici e poteva disponere a beneplacito. Esser una grand’assurditá il non voler che il re possi esser da un concilio generale ripreso, poiché David re fu ripreso da Natan profeta, e admise la reprimenda. Che sentiva alquanto il fetore d’eresia il bassar li vescovi delli prossimi tempi e delli precedenti, quasi che non siano stati veri vescovi. In fine si diffondeva la scrittura longamente contra il detto dell’ambasciatore, che li principi sono