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76 | l'istoria del concilio tridentino |
luoco; e il numero de’ prelati in quella si trovò dugendiciotto.
E il seguente giorno, per esser nata qualche difficoltá di precedenza, fu di novo la ressegna fatta, facendo entrar li prelati
ad uno ad uno in congregazione, e conducendo ciascuno al
luoco suo. In quelle congregazioni però nessuno delli francesi
parlò, o perché volessero aspettar l’intervento del cardinale,
o per veder prima bene il modo che tenivano gli altri.
L’arcivescovo d’Otranto ordinò per la sera delli 19 novembre un banchetto a molti prelati; e quello che ebbe il carico, li invitò, dicendo che non dovessero per servizio della sede apostolica mancare: per il che immediate si pubblicò per Trento che li pontifici si radunavano per concertar unione contra li francesi. La qual cosa fu a loro di molto disgusto, tanto piú quanto dopo il convito furono certificati che a quella mensa s’erano tenuti tali ragionamenti; e vedendo anco che dopo la loro venuta quasi ogni giorno arrivava qualche prelato di novo, pareva loro esser stimati diffidenti e contrari. Li legati però, a fine di mostrar ogni confidenzia e rispetto di onore al cardinale, nelle visite che ciascun di loro fece durante il tempo dell’indisposizione, lo persuasero a pigliar cosí bella occasione in sopire con l’autoritá sua le controversie per le questioni introdotte, cosa che a lui sarebbe agevole e di gran riputazione, non avendo potuto gli altri effettuarlo. A che il Cardinal si dispose assai bene e s’offerí di adoperarsi.
Il pontefice, che in quei giorni era stato in qualche pericolo per un grave e improvviso accidente, ricuperata la sanitá, ebbe gli avvisi dalli legati, e da molti luochi per dove li francesi erano passati, che tutti in conformitá erano pieni delli disegni loro; e a questo s’aggionse che, mentre fu indisposto, monsignor dell’Isle andò facendo pratiche che il papa si facesse a Trento per nazioni, se fosse morto, e si tenesse la sede vacante sin che la reforma fosse fatta, ché cosí il concilio sarebbe stato libero, e il papa creato non averebbe sentito gravezza di accettar la riforma stabilita prima. Il che piú d’ogni altra cosa lo commosse, cosí per l’affetto del dispiacere che