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lettere di fra paolo sarpi. 51


Quanto alle cose del mondo, della pace cogli Olandesi si pronostica variamente. Io non so che sperare o temere: tanto sono bilanciato egualmente tra l’affermativa e la negativa, che resto attonito. S’intende che nell’Haia vi siano agenti di tutti i principi di Germania, fuorchè dell’imperatore: cosa molto maravigliosa, massime ch’è cosa quasi certa che in Ungheria sia (per convenire con quei popoli) concessa per tutto il regno libertà di religione.

Delle cose de’ Turchi potrà sapere più il vero costì, che noi qui, essendo una mano di lettere sempre una contraria all’altra; sicchè ora tutto pare pieno di ribellione e di debolezza, ora tutto composto e ordinato.

Il signore ambasciatore Sciampignì ha fatto in casa sua una festa, alla quale è intervenuto il signor nunzio apostolico in abito, ed il signor ambasciadore d’Inghilterra in maschera, con intervento di ninfe recitatrici di cose appropriate a’ tempi presenti, e di cavalieri introdotti e venuti in aiuto di Venezia; e questa, a parlare di sè e di loro molto degnamente. Ho creduto non dover essere discaro a V. E. il sapere tutto il particolare; e però le mando i versi recitati; con aggiungervi appresso, ch’esso ambasciadore proprio ha fatto la composizione in franzese, ed ordinò che si trasportasse da un valent’uomo in italiano in quella forma.

Non vorrei esserle importuno.

Di Venezia, il 4 marzo 1608.