Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/306

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246 lettere di fra paolo sarpi.

in gran copia, come afferma la S.V. eccellentissima. Ma nè la rimanente Italia è priva dei regali di Spagna: presso che tutte le città hanno i pensionari di quella corona. Per Venezia è un affare momentoso, e ne seguono litigi accanitissimi. Faccia il Cielo che venga sterpata in perpetuo quella peste; perchè, sebbene, a dir vero, tutti gli anni coli in Ispagna l’oro indiano, cotali regni giacciono oppressi da povertà estrema. Se avvenga ristagno dell’oro indiano, sono perduti.1 Ciò dà presagio di futuri mutamenti e d’importanza; dacchè il re all’amministrazione non dà mano; omissione che non conferisce agli Stati lunga prosperità. Quando sentirò che i Batavi s’apprestino alla navigazione per l’India occidentale, allora dirò subito che Europa non patirà molestie spagnole.

Io debbo di dì in dì tanto alla S.V. eccellentissima per offici di cortesia, che sempre più scarse sento le posse a discaricarmene. L’animo, per necessità, terrà vece delle opere. I miei ossequi al signor Casaubono; del quale ebbi le lettere, e differiva la risposta a trattative compiute col Molino sul trasporto dei libri. Ad ambe le SS.VV. salute.

Venezia, 17 maggio 1609.




LXXII. — A Filippo Duplessis Mornay.2


Bench’io abbia per certissimo che nulla giovano i consigli degli uomini a promuovere la gloria di


  1. Altra arguta previsione, o piuttosto profezia, di Fra Paolo.
  2. Edita, in latino, nella Corrispondenza del Duplessis