Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/125

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lettere di fra paolo sarpi. 117

fuoco in Francia; ma finalmente la prudenza degli altri, e massime di Villeroy, potrà sempre estinguerlo. Il peggio è de’ Gesuiti, i quali con le arti proprie e con le romane metteranno tanto male copertamente, che innanzi sia veduto, si farà grande e irrimediabile. L’aver Condé datoli repulsa, mi pare un bell’atto, se non è simulato.

Le cose di Gulica, ogn’uno tiene di dover udir presto nuova della resa o presa. Io però resto in gelosia osservando la costanza dei difensori, parendomi che vanamente una fortezza si difenda, quando non vi sia chi la voglia soccorrere; e sto in qualche dubbio di dover sentir un giorno, che li agenti di Spagna si dichiarino per quella difesa. Mi par gran cosa, quand’essi non vogliano rompere la tregua, che vogliano soccorrere un luogo assediato, avendolo potuto soccorrere prima che l’assedio fosse presto; ma dall’altro canto, non è minor maraviglia che lascino perdere un luogo così opportuno per loro. L’evento sarà giudice; ma tra tanto l’orecchie m’intuonano male.

Quanto alle cose d’Italia, delle quali V.S. mi ricerca l’opinione mia, le dirò brevemente quel ch’è apparente, poi quel che io credo di occulto; e quanto al pronosticarle il futuro, non ardisco, per l’esperienza ch’io ho della riuscita delle cose sempre al contrario dell’espettazione. Quello, adunque, ch’è di vero e apparente, passa così.1 Hanno gli Spagnuoli nello Stato di Milano quattro terzi di fanteria italiana, che sono 12 mila; 6 mila Svizzeri, e 6 mila tedeschi del Tirolo, e 2 mila Valloni di cavalleria,


  1. L’informazione che segue, è da paragonarsi con quella che trovasi nella Lettera seguente, a pag. 123-25.