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lettere di fra paolo sarpi. 133

molta buona fortuna in Franca Contea, dove una volta la maneggiò.

In Germania sono accomodate le differenze tra l’imperadore e Matthias;1 perchè Cesare, protestato dalli soggetti, s’è accomodato alla necessità, e sarà esempio per verificare la sentenza di Livio: Regiam majestatem difficilius a summis ad media reduci, quam a mediis ad ima præcipitari, Ma la lega ecclesiastica, ch’era reduce a Monaco, ha fatto una risoluzione che non è da preti e Tedeschi, avendo deliberato d’assoldare quindicimila fanti e cinquemila cavalli, sebbene gli Spagnuoli di questo numero pagheranno tremila fanti e mille cavalli.

Non spero troppo che la conferenza di Colonia possa terminar in pace per gl’interessi del duca di Sassonia; il quale si vede tanto innamorato nella sua pensione, che per ottenerla non resterà di valersi anco degli aiuti degli Spagnuoli; senza che, i commissari imperiali e la dieta di Praga sono più atti a seminare la guerra dove fosse pace. Ma tutto è in mano di Dio, al quale piacerà forse, contro l’aspettazione, ridurre ogni cosa a pace; come prego che faccia, s’è per bene della santa Chiesa.

L’arrivo di tanti ambasciadori straordinari costì potrà muover materia di discorsi e di opere. Il duca di Feria seminerà il Diacatholicon; nè quello d’Inghilterra potrà far tanto di bene, per la freddezza del paese e del padrone.

Ho avuto molto a caro di saper, con tutt’i suoi particolari, quello ch’è stato trattato nel Parla-


  1. Fu però illusorio, se non proditorio, quell’accomodamento; giacchè nel 1611 le discordie e la guerra ardevano più che mai.