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lettere di fra paolo sarpi. 237

cosa mi ferma l’animo, che non si può veder il fine del bene, se non nel tempo del divino beneplacito.

Nel negozio di Ceneda fu fatto atto notabilissimo di possessione, che si credeva che il papa contrappesasse con un altro, ovvero rompesse. Neutrum fecit; solo ha messo le ragioni del titolo in negozio. Resta vivo il nostro di possessione. Quando vorrà sopportar ogni cosa, non si può contendere. Del prigione dell’Inquisizione non dice niente. Ora nuovamente è posto prigione un Teatino per causa di confessione: anco questo lo tollera; attende solo a fare denari per casa sua. Qui, vedendo tanta viltà, molti buoni dicono che non è bene abbassarlo tanto, e restano di fare quello che farebbono, se credessero che resistesse. Anco la negligenza gli porta utilità. Spagna ogni giorno gliene fa alcuna... Dubito che... la pazienza loro farà che tutti si fermeranno.1 Essi così addormentano il mondo.

Intendo che si tratta strettamente matrimonio tra il principe di Galles e l’infanta di Spagna. Li Gesuiti hanno fatto allegrezza per le cose di Francia. Li Spagnuoli hanno messo mano sopra un altro luogo de’ Genovesi. Non crederò mai che da Italia venga nessun bene, se in Germania non nasce. Le cose passate hanno più tosto causato dissoluzione, che riformazione.


  1. Abbiamo soppresso in questo periodo, già viziato di due lacune anche nella prima edizione, tutte quelle parole dalle quali ci parve non potersi cavare alcun costrutto. A soddisfazione, però, dei lettori e a giustificarci del fatto, lo riportiamo qui fedelmente siccome in quella si legge: “Spagna ogni giorno gliene fà alcuna cosa *, che finalmente derivino con gran fiamma; dubito che la * in Roma et la patienza loro farà ec.„