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lettere di fra paolo sarpi. 323

serena la vita, e a V.S. l’accrescimento de’ suoi favori. E pregandola a riamarmi dello stesso affetto ch’io sento per Lei, le bacio le mani.

Venezia, 8 giugno 1612.




CCXIII. — Al signor de l’Isle Groslot.1


Ho patito questi giorni passati una grave e pericolosa indisposizione, che mi ha tenuto impedito non solo il corpo, ma l’anima ancora dalle ordinarie funzioni, e in particolare dallo scrivere a V.S. già 15 giorni, in risposta dei 16 giugno. Crederò però, che monsieur Assellineau in quel tempo abbia fatto una scusa con esso Lei, avendolo io di ciò pregato affettuosamente, restandomi ancora il capo assai debole; per il che son costretto esser più breve di quello che io vorrei e dovrei, e tanto più quanto vi è materia assai abbondante, così qua come costì.

Tutte le lettere di V.S. sono sicuramente capitate. Già per altre mie le ho dato conto del recapito delle precedenti: avrà avuto la ricevuta della sopraddetta dei 16 giugno, e di quest’ultima dei 10 luglio. La quale mi ha portato molta allegrezza, così per la dichiarazione del re d’Inghilterra, la


    rare, quanto osò pure sino all’ultimo de’ suoi giorni, in quei malaugurati primi decenni del secolo 17°, e sotto la sospettosa e inesorabile dominazione di Venezia, laddove non era possibile (si ricordino quelle tanto esplicite parole della Lettera CXCIX) il “perder la grazia di chi governa, senza perdere ancora la vita.„

  1. Stampata in Ginevra ec., a pag. 482.