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lettere di fra paolo sarpi. 361

CCXXV. — Al medesimo.1


Poichè l’ultima mia ricevuta da V.S. è dei 25 settembre, le resta averne quattro; dei 4 e 23 ottobre, 20 novembre e 4 decembre: ma le sue sono tutte venute salve. Già le ho dato conto d’aver ricevuto quelle dei 16 e 31 ottobre. La presente sua è dei 13 novembre, alla quale rispondo, avendo appena avuto tempo di leggerla: tanto il corriere ha differito la sua venuta.

Della lega con gli Stati le ho già scritto. Credo che a quest’ora avrà ricevuta la lettera, nè potrei dirle alcuna cosa di più.

Ho sentito grandissimo piacere che sia stato trovato temperamento per divertire le turbazioni in cotesto regno; e veramente, giova sperare che si perfezionerà, e svaniranno tutti li impedimenti che Satan penserà interponervi. Rendo molte grazie a V.S. per questa buona nuova datami. Vorrei così poter, in contraccambio, darne a lei alcuna buona delle parti di qua; ma non posso dirle se non che siamo in ozio, secondo il solito.

Abbiamo bene avviso certo, ch’è arrivata in Spagna la flotta dalle Indie occidentali con undici milioni; sopra i quali è stato fatto partito con Genovesi di rimettere quantità grande, che non so precisamente, in Fiandra. Dicono che ciò sia per li pagamenti delle guarnigioni, ma Dio voglia che altra ragione non sii coperta sotto; se bene li avvisi portino quiete, così dal canto dell’arciduca, come delli


  1. Impressa come sopra, pag. 524.