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lettere di fra paolo sarpi. 367

da esser alcun dubbio, e sarà costì la primavera. Di che ho sentito piacere grandissimo per diversi buoni rispetti. So che V.S. ne sentirà altrettanto; e io, per non attediarla più lungamente, facendo fine, le bacio la mano.

Di Venezia, il dì 2 gennaio 1613.




CCXXVIII. — Al medesimo.1


L’ultima di V.S., ricevuta da me 15 giorni addietro, fu delli 11 decembre; e l’ultima scritta a lei fu del 1 del presente. Per questo corriere non ho lettere, se non una di monsieur l’Eschassier, la quale è delli 19 decembre; dopo il qual tempo vado credendo che possa esser occorso qualche novità, almeno di mala soddisfazione data dalla regina a’ Riformati, che riceverei con sommo dispiacere per le conseguenze che porterebbe seco. Ben sappiamo che qualunque cosa procede secondo il divino beneplacito, e il nostro meglio: però non si può restar da desiderare secondo gli affetti umani.

Si ritrova in Roma il vescovo di Bamberg, ambasciatore per l’imperatore; il quale nel venire disseminò ch’era per trattare il pontefice con molta dignità dell’imperio. Con tutto ciò, non solo non è stato tra i termini usati da Massimiliano, ma ha eccesso anco quelli di Rodolfo.2 Il suo negoziato pare che sia per ristringere in fatti la lega ecclesiastica, e in apparenza mostrare che fosse dissoluta, a fine


  1. Stampata come sopra, pag. 533.
  2. Vedi sopra, alla fine della pag. 364.