Pagina:Satire (Orazio).djvu/103

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

105

La tua novella. Tir. Quando un giovin prode,
Germe dell’alto Enea, terror de’ Parti,
95Su le terre e su i mari avrà l’impero,
Vinto da speme di lucrar Nasica
Accoppierà la ben cresciuta figlia
Al possente Corano. E che fa questi?
Al suocero offre un dì suo testamento,
100E forti istanze gli fa pur che il legga.
Dopo molti rifiuti alfin Nasica
Il prende in man, tacito legge e trova
Che null’altro retaggio a sè ed a’ suoi
Lasciato vien che di sospiri e pianti.
105Voglio che un’altra cosa ancor tu impari.
Se qualche scaltra donna o qualche servo
Raggirano a lor senno un rimbambito
Vecchio, t’unisci in amistà con quelli.
Parla di lor con lode, onde tu assente
110Sii lodato da lor. Ciò giova assai:
Ma guadagnar sovr’ogni cosa importa
Il capo principal. Se sciocchi versi
Fa quel balordo e tu gl’inalza al Cielo:
S’è donnajuol, non aspettar ch’ei cerchi,
115Ma prontamente e di buon cuor la tua
Penelope gli guida. Ul. E credi forse