Pagina:Satire (Orazio).djvu/117

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L’anello equestre, e la romana toga
E ogni altro fregio signoril, chiudete
In vil cappotto il profumato capo,
85Non siete appunto quell’abbietto Dama
Che vi fingete? Nelle amate stanze
Mettete il piè tremante, e lo spavento
Fin dentro l’ossa con la foja alterca.
Che differenza v’ha tra ’l gire incontro
90Agli strazj del ferro e delle verghe
Per obbligo contratto, e tra ’l celarvi
Entro un’immonda cassa, ove l’ancella
Mezzana vi serrò sì rannicchiato,
Che a toccar vanno le ginocchia il mento?
95Non ha forse il marito della Dama
Colpevole su d’ambi ugual diritto?
Anzi maggior su chi la tenta al male?
Ch’ella non cambia casa nè vestito,
Nè tutti appaga i desir vostri rei,
100Perchè vi teme e al vostro amor non crede.
Voi v’andate a cacciar sotto la forca
A bella posta, ed in balìa mettete
D’un padrone di rabbia furibondo
E facoltà e concetto e corpo e vita.
105Salvo ne usciste? Cred’io ben che cauto