Pagina:Satire (Orazio).djvu/45

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

47

A scompisciarmi, ed a cacarmi addosso.
A parte a parte rimembrar che vale,
60Come l’ombre con Sagana gli accenti
Alternassero in tuono acuto e tristo?
Come le maghe con furtiva mano
Sotterra riponessero la barba
D’un lupo, e i denti di macchiata serpe?
65E come in larghe fiamme arsa perisse
L’immagine di cera? A cotai voci
E a sì orribile oprar delle due Furie
Testimonio non volli invendicato
Restar; ma le mie natiche di fico
70Spaccando fei scoppiar pari al fragore
Di vescica che crepi una coreggia.
Quelle inver la città di corsa andaro;
E non senza gran riso e gran sollazzo
A Canidia cader veduto avresti
75Di bocca i denti, e la posticcia chioma
A Sagana di testa, e fuor di mano
L’erbe raccolte, e gl’incantati lacci.