Pagina:Satire (Orazio).djvu/48

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Presagillo in tai note a me fanciullo.
Non tossico crudel, non ferro ostile,
Non di fianchi malor, tosse o podagra
50A’ nervi infesta ucciderà costui.
Un cicalon torragli un dì la vita.
Però faccia di star, crescendo gli anni,
Quanto più sa da’ cianciator lontano.
Scorsa del dì la quarta parte al tempio
55Di Vesta si arrivò. Costui citato
Dovea allor comparire al tribunale,
Se no, perder la lite. Un poco, ei dice,
Sta qui se mi vuoi ben. — Vorrei morire
S’io son buono a star ritto, o s’io m’intendo
60O molto o poco di ragion civile.
Vo di fretta ove sai. — Son indeciso,
Dice, e non so, s’io lasci te, o la lite. —
Lascia pur me. — Mai no — Va innanzi, ed io
(Poichè duro è giostrar con chi ha più forza)
65Gli vengo appresso. Allor così ripiglia;
Che fa il tuo Mecenate? — Egli ama in casa
Poca brigata, e di cervello sana.
E quegli a me: nessun ha mai trovato
Sorte miglior di te. Se a quel signore
70Tu mi presenti, in me che subalterno