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Senonchè, altri fattori psicologici e sociologici d’ordine secondario si aggiungono ad influenzare, ritardandola od accelerandola, questa affrancazione graduale della società dalla ossessione divina.

Diversa è, ad es., la rapidità d’un tale processo a seconda della natura mentale della popolazione o razza rispettiva. Così, tipiche per la loro netta opposizione si presentano oggi, sotto questo rispetto, la mentalità anglo-sassone e quella francese.

Mentre la prima, infatti, è capace di ricettare e ritenere una quantità di fatti i più disparati e i più slegati fra loro, e mal sopporta nel tempo stesso la tensione prolungata necessaria ad un lungo ragionamento; la seconda, invece, incapace di afferrare un sì gran cumulo caotico di fatti, tende a collegare quanti più fatti può logicamente fra loro, in modo da poterli abbracciare d’un solo sguardo sintetico. La prima, la mentalità pratica per eccellenza, non è, secondo la caratteristica espressione del Taine, che una semplice «collezione di fatti»; l’altra, la mentalità classica come la chiama quest’ultimo, non è che una macchina per ragionare. La qualità «ampia» e la qualità «profonda», insomma, che il Duhem riscontra differenziare essenzialmente la mentalità degli uomini di scienza inglesi dalla mentalità di quelli francesi, è (pianto differenzia pur anche le mentalità medie di questi due popoli1.

Ed è appunto a questa natura della mentalità inglese, meno atta della francese a cogliere le incompatibilità logiche fra le credenze religiose e le verità scientifiche, che si deve, almeno in parte, la lentezza maggiore in confronto alle razze latine con cui si estende presso le razze anglo-sassoni l’affievolirsi e scomparire della fede, nonchè il modo diverso d’un tale processo. Chè, mentre le prime passano bruscamente dal cattolicismo addirittura ad uno stato di vera e propria irreligione, le seconde, invece, non procedono che a tappe, rigettando una ad una, anzichè in blocco, le varie assurdità reli-

  1. Cfr. Taine, Notes sur l’Angleterre, Paris, Hachette, 1895, Cap. VIII: De l’esprit anglais; lo stesso, Les Origines de la France contemporaine, L’Ancien Regime, Paris, Hachette, 1896, libro III, Cap. II: L’esprit classique; e Duhem, La thèorie physique, son objet et sa structure, Paris, Chevalier et Rivière, 1906, prima parte, Cap. IV, § 1: Les esprits amples et les esprits profonds.