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dell’ordine sociale, ai quali appunto si contrappone una volontà diversamente orientata.

Occorre pertanto proseguire la battaglia contro il particolarismo scientifico, cercando di chiarire la posizione del pensiero critico di fronte agli ordinamenti tradizionali, e di sviluppare le conseguenze che ne derivano. Importa soprattutto mostrare come la veduta sintetica del sapere non disconosca il fatto della divisione del lavoro e le esigenze positive che vi si collegano, e non pretenda in alcun modo contrapporre alla varietà delle ricerche speciali e concrete una nebulosa filosofia dell’astratto; giacchè all’opposto la nuova critica denunzia ad un tempo questa forma di vacua generalità — il concetto di un campo proprio della Filosofia distinto dalle scienze — come un particolarismo filosofico, svoltosi parallelamente e correlativamente al particolarismo scientifico, durante il secolo scorso.

La tesi che ci proponiamo di chiarire in questo scritto, può in breve riassumersi come segue: il progresso delle conoscenze e dei metodi di ricerca importa bensì una differenziazione e coordinazione del lavoro scientifico, per la quale ogni studioso è costretto a segnare scopi particolari alla propria indagine; ma i problemi che la realtà pone al nostro spirito non sono in alcun modo ordinati secondo ragioni obiettive di affinità entro schemi prefissati. Non vi sono scienze separate e distinte che si lascino disporre in una gerarchia naturale, ma una Scienza sola, entro la quale soltanto per ragioni storiche ed economiche, si sono venuti formando alcuni gruppi di conoscenze più strettamente legate.

Lo sviluppo di questa tesi ci conduce a criticare le vedute relative alla classificazione delle scienze, che si sono affermate esplicitamente nella filosofia positiva e che, in un certo senso, possono ritenersi come la formula teorica del vigente particolarismo scientifico.

Classificazioni di Comte e di Cournot.

Da Bacone fino all’Enciclopedia non si era sentito il bisogno di elaborare la classificazione delle scienze. Invece questo problema riappare all’ordine del giorno nel secolo decimonono, nel quale — per citare soltanto i tentativi più