Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/468

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446 procedimenti - parte seconda.

densala dalla negativa, e col suo contatto distrugge qua e là il disegno, senza che sia più possibile il correggerlo.

Se nel sensibilizzare la carta venne adoperata una soluzione soverchiamente concentrata di nitrato, oppure se, come prescrivono alcuni, si fa seccare la carta mettendola in una tavola orizzontale appena estratta dal nitrato d’ argento, invece di lasciarla sgocciolare e seccare appesa con un ago ad una corda tesa, come abbiamo detto, possono formarsi sulla superfìcie sensibile dei piccoli cristalli di nitrato d’argento, i quali, venendo in contatto collo strato della negativa, producono delle macchie indelebili sopra di questa.

La carta sensibile, da cui si teme questo pernicioso effetto, si lava per un momento in un bacino ripieno d’acqua, e si fa seccare prima di adoperarla. Il nitrato d’argento si scioglie, ed il cloruro d’argento, essendo insolubile, rimane sulla carta. Ora l’immagine positiva, benchè molto piu lenta a formarsi, riuscirà tuttavia abbastanza bene.

2’ Bisogna lasciar venire il disegno positivo mollo intenso. — La difficoltà principale nella produzione delle prove positive consiste nel saper cogliere il momento opportuno per levarle dalla loro esposizione alla luce.

L’immagine fotografica positiva non si deve togliere dal torchietto a copiare, non si deve sottrarre dall’Influenza luminosa sinchè non sia divenuta apparentemente troppo oscura.

Lasciando venire solo all’intensità che il disegno dovrebbe aver definitivamente, la prova diventa poi troppo chiara e senza vigoria, fissandola nell’Iposolfito di soda, che farà scomparire le semi-tinte e svanire le ombre.

Non si deve tuli via protrarre l’esposizione sino a che l’immagine positiva abbia preso una tinta bronzala metallica.

In questo stadio della riduzione del cloruro d’argento la decomposizione del sale è così avanzala, che l’iposolfito di soda non è più capace di degradare o di modificare abbastanza profondamente il coloramento acquistato dall’immagine, la prova sarebbe fallita.

L’esperienza insegnerà in poco tempo al principiante quale sia l’intensità, a cui conviene portar l’immagine, qual conto si debba tenere dell’azione dissolvente dell’Iposolfito di soda, per poter levare a tempo la prova dalla macchina a copiare.