Pagina:Senofonte L Economico tradotto da Girolamo Fiorenzi Tipografia Nobili 1825.djvu/68

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torno poi a quello, che dicesti di doversi considerare, come alcuni dall‘agricoltura si hanno copiosamente quello, che loro abbisogna, ed altri niun utile possono averne, parmi che ora delle cagioni di questo, e di ciò che gli uni, e gli altri adoperano ti udirò volentieri partitamente ragionare, onde poi e facciamo quelle cose, che sono utili, e non facciamo quelle che sono nocevoli. — Ebbene, Socrate disse, in ti voglio ora narrare fin dal principio, o Critobulo, come una volta mi scontrai con un uomo, che mi parve davvero essere uno di quelli, i quali a buon dritto vengono riputati degni di essere denominati a questo modo uomo bello, e buono. — Si veramente, disse Critobulo, questo ben vorrei da te udire perciocchè ancor io fortemente bramo di rendermi degno di una tale denominazione. — Primieramente adunque, disse Socrate, ti dirò come io mi feci a ricercarlo, poichè quanto ai buoni architetti, ai buoni pittori, o scultori, o altri simili un piccol tempo mi fu bastante per recarmì da tutti, e riguardare quelle loro opere, che venivano approvate come belle. Quanto poi a quelli, che così onorevolmente vengono chiamati uomini belli, e buoni acciocchè potessi conoscere per quali operazioni si meritassero un cotal nome, io mi sentiva nell’animo una grandissima brama di potermi scontrare con alcuno di essi: e sulle prime siccome il nome di bello era posto innanzi