Pagina:Sequi - In val di Bisenzio, Pichi, Arezzo, 1883.djvu/11

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un bosco vicino, ove sarebbero rimasti sicuri fino a che io non avessi provveduto alla loro salvezza, per la quale, mi sarei immediatamente occupato valendomi di amici, senza misurare il pericolo che poteva incogliermi. Da essi accettato il consiglio, tutti tre ci disponemmo ad abbandonare il mulino. Garibaldi richiesse il mugnaio di quanto doveagli per l’incomodo e vitto somministratogli, ed estrasse a tale uopo dall’abito una piccola borsetta di seta fatta a rete, dalla quale comparivano poche monete d’oro che certamente non sfuggirono alla vista del mugnaio. Io, con un zelo che forse potea tradirmi, impedii che l’Eroe pagasse danaro ed estratta dalla mia tasca una moneta d’argento di paoli dieci sodisfeci il mugnaio rilasciandogliela per l’intero. Qui abbandonerò una ipotesi od un dubbio forse mal fondato, ma che potrebbe anche avere avuto parte in quanto mi accadde dopo l’evasione del prode Generale. Soddisfatto il mugnaio partimmo per recarci al luogo da me prescelto onde lasciare i due illustri profughi nascosti per quel giorno.

Nel poco tempo impiegato per la gita fra il mulino e la casetta da me prescelta, Garibaldi mi presentò il suo amico e compagno aiutante, capitano Luigi Leggiero e narrommi come per otto giorni fosse stato accolto, e tenuto in sicuro dal canonico Verità arciprete di Modigliana, il quale datagli una guida che gli conducesse per il crinale degli appennini, e per il qual sentiero avea divisato Garibaldi di raggiungere i monti di San Marcello e Gavinana per l’Abetone, onde introdursi nel Modanese.

La guida consegnatagli gli servì di scorta fino ad oltrepassare il Valico di Montepiano, e seguitando per contrafforte appenninico detto delle Calvane, ove i viaggiatori incontrarono una folta nebbia ed acqua, si disperse misteriosamente rimanendo presso di essa vari effetti d’uso di proprietà degli illustri fuggiaschi. Chiamata ed attesa inutilmente per qualche tempo la guida né sapendo ove incamminarsi, divisarono prendere la discesa del monte, ove si trovavano, e dopo aver fatta una breve sosta a Montecuccoli in casa Ciampi richiedendo un individuo che non ricordo, il quale gli indirizzò verso il ridetto mulino di Pispola. Giunti alla casetta e messi quivi in sicuro i prelodati individui, mi accomiatai da essi con la promessa di essere