Pagina:Sequi - In val di Bisenzio, Pichi, Arezzo, 1883.djvu/9

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vidi appressarsi due individui che grondanti per la pioggia caduta, scendevano ed a mia volta venivano; io mi soffermai macchinalmente, e poi ritornando nell’interno della casa attesi che coloro si appressassero; ed infatti avvicinatisi alla porta, e dimandato se potevano entrare, fu loro risposto affermativamente dal mugnajo, che gli introdusse subito in una piccola stanza terrena, ove era un caminetto che fu subito apparecchiato di legna per asciugare le vesti dei sopravvenuti individui.

Nel traversare che essi fecero la stanza ove io me ne stava gravandomi della persona sul mio fucile, facendo di esso appoggio, diedero a me, tale una furtiva sguerciata guardandomi dal capo ai piedi, e che io compresi come indizio di persona, che dubita l’incontro di qualcuno non ad esso propizio.

La curiosità ed il pensiero che costoro fossero del numero di tanti altri, che fuggendo dagli stati Pontificj traversavano quella catena appenninica per mettersi al sicuro, e molti dei quali cadevano negli artigli degli appostati sgherri, che in gran numero fra austriaci e nostrani, in quei monti si nascondevano, mi spinsero a rimanere col desiderio di potere ad essi prestare quell’aiuto che dalla mia pochezza fosse dato poterli offrire.

Mentre che Pispola stava porgendo a loro qualche cibo per ristorarsi e li manteneva vivo il fuoco onde si asciugassero, entrai con una scusa in quella stanza e salutati i due incogniti, che mangiavano, diressi la parola al mugnaio invitandolo a volermi tener compagnia alla caccia in un giorno della veniente settimana, o mandarmi uno dei suoi figli con i propri cani, al che aderì il mugnaio.

I due incogniti frattanto dopo avermi restituito il saluto, mi offrono ciascuno a sua volta da bevere, ed io aggradisco pensando frattanto come attaccare conversazioni onde conoscerli.

Posta la mano in una tasca del mio abito, per estrarre da questa la custodia dei sigari, mi venne fatto di estrarre un giornale, che veduto da uno di essi mi fu cortesemente richiesto, e da me fu subito rimesso; l’uomo che ricevè il giornale diede ad esso rapidamente con l’occhio una corsa e fermatosi ad un punto, atteggiò le labbra ad un sorriso di dolorosa compiacenza, e fatto cenno al suo compagno, indicò al medesimo ciò che