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all’erta, sentinella! 121

Il vice-direttore si morsicò le labbra, per reprimere una bestemmia, poi se ne andò, frettolosamente, a organizzare meglio le ricerche. In tutta l’isola i due nomi Ingannalamorte e Sciurillo, si andavano propagando di bocca in bocca, ripetuti, commentati da tutti. Vi erano lumi che correvano, tra le fratte, tra i burroni, ve ne erano al basso dell’isola che andavano e venivano; risuonavano dappertutto le sciabole degli ufficiali. Qualche lume si accese finanche sulla spiaggia dei Bagnoli dirimpetto. Solo dopo un’ora potettero mettersi in moto le barche. Le loro grandi lanterne lasciavano come una traccia sanguigna di luce sul mare, e andavano lentamente intorno, esplorando ogni grotta, entrando in ogni picciolo seno dell’isola. Nelle barche scintillavano le canne dei fucili dei soldati, riflettendo la luce rossa delle lanterne. E ogni tanto, per qualche allucinazione di sentinella vegliante si udiva un colpo di fucile — e il vice-direttore che andava e veniva, agitatissimo, si fermava come se quello fosse il segnale che avessero ripreso i fuggitivi. Tutti i galeotti erano stati rimandati a letto, ma nessuno di essi dormiva, chiacchieravano, era impossibile farli tacere; alcuno di essi, ad alta voce, faceva voti, perchè gli evasi non fossero ripresi. Ma il tumulto e le ricerche non si fermarono che al mattino, quando al vice-direttore fu fatto il verbale dell’evasione. Si erano trovate le due catene dagli anelli netta-